Qualcosa di nuovo anzi di antico: 1° maggio 2023
Fichino, una terrazza di terra rossa al di là del Botricione, il torrente che delimita a est l’abitato di Casciana prima di diventar Caldana con le acque della sorgente termale e sfociare poi, a nord, nella Cascina.
“Un suolo di pietra calcaria, spugnosa e leggera, in sostanza della specie dei soliti spugnoni che si conoscono da Pietraia fino alla parte inferiore del Bagno” (Giovanni Mariti, Odeporico o sia itinerario per le Colline Pisane).
Da quella terrazza la fuga delle colline verso Volterra: grigio e ocra in inverno, il verde della primavera, l’oro dei grani d’estate. A occidente la massa scura del colle su cui affacciano Chianni, Rivalto, Collemontanino, la rocca di Parlascio, Ceppato: un tempo terre di carbonai e cacciatori, cavatori di pietre e di ghiaie.
A Fichino tracce di antiche sorgenti termali sono ancora riconoscibili: un “vulcano”, forse due, ormai dismesse le cave di travertino generato dall’acqua, ora nelle lastre dei muriccioli che delimitano i sentieri fra i campi d’ulivi e le vigne.
E dalla pietra i tanti affioramenti di acqua: Acquaviva, La Fonte, Botriolo, Fontorsi. In corrispondenza i poderi del lavoro contadino, la casa, la stalla, la fienaia; al centro la villa padronale con la fattoria, sul pendio che guarda Casciana.
Fra i casolari contadini di un tempo, oggi ristrutturate residenze di campagna, la casa poderale Fontorsi, al bivio che porta a destra alla Fonte e a San Giorgio, a sinistra ai poderi di Botriolo e dell’Acquaviva.
È qui che il “Risveglio del Borgo” ha organizzato, negli ampi spazi della vecchia stalla e del bottaio, il pranzo del 1° di Maggio, i piatti della tradizione contadina: bruschette con l’olio di qui, la ribollita, coniglio e carciofi fritti. In cucina Matteo, in continuità con la tradizione cascianese dello chef Maurone.